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Cause comuni della perdita dell'udito - Acustica Serenissima

Cause comuni della perdita dell'udito

“Non sento più come una volta!”

Nel mondo, circa mezzo miliardo di persone risente di problemi di udito: l’incidenza aumenta con l’età e la maggior parte dei casi di ipoacusia si sviluppa lentamente nel tempo.

In questo articolo esploreremo le cause più comuni della perdita dell’udito.

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Ipoacusia legata all’età

L’ipoacusia legata all’età, nota anche come presbiacusia, è caratterizzata da una progressiva riduzione della capacità uditiva, dovuta principalmente a cambiamenti naturali che si verificano nell’apparato uditivo durante il processo di invecchiamento. Tipicamente, i sintomi della presbiacusia si manifestano in maniera più evidente intorno ai 55-65 anni, con una prevalenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine.

La presbiacusia si manifesta gradualmente, iniziando con difficoltà nel percepire suoni ad alta frequenza, per poi estendersi a un’ampia gamma di suoni nel tempo, implicando difficoltà nella comprensione del parlato, soprattutto in ambienti rumorosi.

Sono diverse le alterazioni dell’apparato uditivo che contribuiscono all’insorgenza della presbiacusia: queste includono l’ispessimento della membrana timpanica, i processi degenerativi nelle articolazioni ossiculari, la riduzione del numero di ciglia nel sistema uditivo, la degenerazione delle cellule dell’organo del Corti e la perdita di elasticità della membrana basilare della coclea.

Leggi anche » Quali sono i sintomi del calo dell’udito e come riconoscerli? 

Ipoacusia legata ai farmaci – farmaci ototossici

La perdita dell’udito indotta dai farmaci, nota come ototossicità, è causata da medicinali che possono danneggiare diverse zone dell’apparato uditivo. Si possono inoltre manifestare sintomi come l’acufene, le vertigini, alterazioni dell’equilibrio o nausea, a seconda della zona colpita.

L’entità di questi effetti può variare da temporanei a permanenti: nei casi temporanei, i disturbi tendono a scomparire dopo la sospensione del farmaco, ma un uso prolungato o un abuso può portare a danni permanenti e irreversibili all’udito. Tra i farmaci ototossici più comuni troviamo gli antibiotici, farmaci antisettici, antidolorifici e antinfiammatori, antitumorali, o quelli per trattare lo scompenso cardiaco e l’ipertensione.

La propensione a subire danni ototossici non è determinata solamente dalla composizione chimica del farmaco, ma anche da fattori quali la durata di assunzione e il dosaggio, l’interazione con altri medicinali e dalla predisposizione genetica dell’individuo. In particolare, le persone con insufficienza renale possono avere maggiori difficoltà nell’assorbire ed espellere le sostanze contenute nei farmaci, aumentando il rischio di ototossicità.

Pertanto durante terapie prolungate con farmaci ototossici è fondamentale sottoporsi a controlli audiometrici regolari, ogni 3-6 mesi.

Ipoacusia per l’esposizione a rumore

Un esempio lampante di perdita improvvisa dell’udito è il trauma acustico, causato da brevi esposizioni a suoni forti, come uno sparo o un’esplosione. In questi casi, oltre alla perdita dell’udito, è comune avvertire un fischio o un ronzio nelle orecchie, noto come tinnito.

Sebbene la maggior parte dei casi di trauma acustico tenda a risolversi entro 1 giorno, se il rumore provoca danni più seri, come ad esempio al timpano, questi possono impiegare più tempo a guarire. Inoltre, anche se l’udito sembra tornare alla normalità, l’orecchio interno potrebbe aver subito danni lievi che accelerano la perdita dell’udito legata all’età negli anni successivi.

Tuttavia, la causa più comune di perdita dell’udito legata al rumore è l’esposizione prolungata a suoni intensi, in particolare nel contesto lavorativo, dove lo stress da rumore è una realtà quotidiana (evitabile con l’uso adeguato di protezioni auricolari).

Distinguere la perdita dell’udito legata all’età da quella causata da esposizione a lungo termine al rumore non è sempre facile. I danni possono essere immediati o manifestarsi nel tempo, essere permanenti o temporanei, e colpire una o entrambe le orecchie. Questo fenomeno può manifestarsi a tutte le età e, purtroppo, si sta riscontrando un aumento di problemi uditivi anche nei giovanissimi, dovuti all’uso eccessivo di auricolari per l’ascolto di musica ad alto volume.

Ipoacusia causata da infezioni o infiammazioni

La nevrite del nervo acustico può influenzare l’udito, spesso associata o seguente a infiammazioni delle vie respiratorie. Questa condizione può presentarsi con sintomi quali ipoacusia improvvisa da un lato, acufeni e la sensazione di avere l’orecchio chiuso.

Spesso l’origine del problema proviene da un’otite, che causa gonfiore, secrezioni e accumulo di cerume e muco, congestionando il condotto uditivo. Altre cause possono includere malattie come parotite, morbillo o scarlattina, meningite meningococcica o l’uso di farmaci ototossici, citati in precedenza.

Tra le malattie non infiammatorie che influenzano l’udito, menzioniamo anche l’otosclerosi, ovvero una patologia distrofica della capsula ossea labirintica che colpisce solitamente entrambe le orecchie. La causa non è ancora conosciuta ma può essere ricondotta a fattori ereditari o ormonali. Può essere diagnosticata con esami strumentali specifici che aiutano a determinare la provenienza effettiva del calo di udito, come l’esame audiometrico tonale e l’esame impedenzometrico, 2 esami che in Acustica Serenissima prevediamo sempre durante il test gratuito dell’udito.

Vuoi sapere come si svolge una visita audioprotesica? Leggi il nostro articolo » Come si svolge la visita audioprotesica?

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